Non avevamo dubbi che alla fine della fiera, per i servi NATO, sarebbe finita con “se l’è cerata”.
Esistono due tipi di terrorismo: quello buono e quello cattivo.
La differenza è semplice, se si colpisce un obiettivo NATO è terrorismo cattivo e va condannato senza se e senza ma, mentre se viene colpito un obiettivo civile russo allora è terrorismo buono e va giustificato a prescindere.
Il motivo di ciò è semplice: i russi meritano di morire perché sono odiatori malvagi, gli statunitensi invece no perché sono esportatori di pace, amore e democrazia…
Non serve pensare, basta applicare lo schema del pensiero debole e tutto va a posto.
Ho ascoltato il parere di varie persone che conoscono personalmente Aleksandr Dugin e tutti sono concordi nel dire che si tratta i una persona mite e gentile.
Per coloro invece, come il pennivendolo Sallusti, odiatore seriale di tutti i russi, non lo aveva mai neppure sentito nominare prima dell’attentato, è un odiatore e va punito a dovere.
Sull’assassinio di Darya Dugina, la figlia di Alexander Dugin, il cosiddetto ideologo di Putin.
Molto probabilmente il vero bersaglio doveva essere Dugin stesso, visto che avrebbe dovuto essere in macchina con lei e solo l’ultimo momento, ha deciso di salire su un’altra macchina. I russi hanno subito accusato gli ucraini per l’attentato e due giorni dopo hanno mostrato diverse immagini.
La presunta killer con tanto di nome e cognome, si chiamerebbe Natalia Vovk, e secondo i russi è un agente segreta di Kiev. I russi hanno anche sostenuto che questa donna avesse affittato un appartamento nello stesso palazzo dove abitava la figlia di Dugin e hanno mostrato le immagini in video.
Poi hanno mostrato le immagini della Vovk che lascia la Russia per andare in Estonia poche ore dopo l’attentato e infine hanno mostrato le immagini della donna che entra in Russia, queste risalgono a luglio che entra in Russia con la sua mini Cooper con la targa dello Stato del Doneck, poi che circola per Mosca con una targa del Kazakistan e infine che lascia la Russia con una targa Ucraina.
La macchina è sempre la stessa, le targhe cambiano. Chissà se tutte queste targhe le compri al supermercato oppure se te le danno magari i servizi segreti, perché non e non basta ovviamente cambiare solo la targa, bisogna anche che i documenti della macchina corrispondano, quindi non è una un’operazione così semplice cambiare la targa tre volte in un mese.
D’indizi i russi ne hanno forniti a sufficienza, ma in Occidente, naturalmente, l’ipotesi che siano stati gli ucraini è stata respinta in blocco.
Non solo gli uomini di Kiev hanno detto noi non c’entriamo niente, ma la stampa occidentale, praticamente all’unisono, supporta la tesi di Kiev, la BBC titola: “le accuse di omicidio di Mosca sono un’invenzione dice l’Ucraina”, da noi, il Fatto Quotidiano rilancia la tesi di Kiev: “uccisa da Mosca incolpano noi per aumentare il sostegno alla guerra”.
La Repubblica riporta un’intervista a Mark Galeotti, un’analista britannico, analista indipendente sicuramente, che dice: “dietro ai killer non c’è lo stato ucraino, il sistema Putin è fragile”.
Galeotti è scettico sul fatto che l’FSB, cioè i servizi segreti russi, abbiano trovato il colpevole a tempi di record. Anche open di Mentana dice: “C’è chi evidenzia la terribile velocità con cui questo caso sarebbe stato risolto”. Ma perché Mentana, quando l’FBI ci ha fornito in 48 ore i nomi, cognomi e fotografie dei 19 terroristi dell’undici settembre, in quel caso non ti sei stupito di nulla.
Com’è che quando sono gli americani a risolvere un caso complicato come quello dell’11 settembre in due giorni allora ti va tutto bene, non dici niente, mentre sei sono i russi, i cattivi, a risolvere i casi in fretta, allora ti vengono dei sospetti?
Curioso quest’uomo, per lui l’obiettività ormai è un optional.
Il caso della cugina e complicato e ciascuna delle due versioni teoricamente può essere valida.
Però c’è un argomento in particolare che ci fa propendere per la mano Ucraina.
La donna che è stata accusata dai russi questa Natalia Vovk da oggi ha un volto, un nome e un cognome conosciuto in tutto il mondo, è finita sulle pagine di tutti i giornali del mondo.
Quindi, non solo è ufficialmente ricercata dai russi, ma chiunque da oggi potrebbe additarlo come un assassina.
Ora, se lei fosse innocente, secondo logica, la prima cosa che dovrebbe fare è una dichiarazione pubblica da dovunque si trovi, per dire: “oh, guardate che io non c’entro niente, quel giorno ero al cinema con un’amica oppure ero andata in gita a San Pietroburgo, non sono stata io”. Questo dovrebbe fare una persona innocente.
Invece lei non solo si è dimenticata di fare questa dichiarazione, ma pare che nessuno riesca più a rintracciarla. Notizie non confermate dicono che sia stata vista di recente a Vienna con un’altra donna. Evidentemente è una a cui piace viaggiare molto ed è anche una che tiene molto poco alla propria reputazione pubblica. Ora attenzione però, il fatto che la mano di questo attentato possa essere ucraina, ossia probabilmente ucraina, non significa che lo sia anche il mandante.
Cioè un attentato a uno come Alexander Dugin è una cosa enorme in questo momento e l’ordine non può essere partito semplicemente da Kiev.
Se l’ipotesi e quello ucraina come minimo è stato concordato con la NATO, se non addirittura coordinato con la stessa NATO.
E anche il messaggio dell’attentato non è necessariamente diretto a Putin e basta. Teniamo presente che Alexander Dugin ha moltissimi contatti in Europa con gente importante che vive nei paesi NATO come ad esempio il nostro.
Quindi questa uccisione potrebbe anche essere un messaggio diretto all’Occidente, magari a una nazione che fra poco va alle elezioni e il messaggio può anche essere attenzione a chi vi accompagnati in questo periodo, perché potrebbe essere pericoloso per voi.
Noi non sappiamo, queste sono illazioni, però è chiaro che derubricare l’attentato a una pura questione interna russa mi sembra un po’ pochino in una situazione complessa e delicata come quella attuale.
Comunque le possibili soluzioni non debbono essere limitate alle due più semplici in quanto potrebbe anche esserci dietro un gioco internazionale molto più completo, molto più complesso e più sofisticato.
Forse basterà aspettare per vedere le conseguenze che porterà questo attentato, per capire chi lo ha organizzato, cioè dice lui vedremo chi ne trarrà vantaggio e da lì capiremo meglio, di solito funziona così.