Sembrava una giornata come le altre nelle redazioni dei principali quotidiani quando, all’improvviso come un fulmine a ciel sereno, arrivò la notizia: “un centro di ricerca italiano ha isolato il vairus cinese”.
Li per li nessuno ci fece troppo caso, in fondo si trattava solo della replica di una scoperta già fatta da altri Paesi ma poi le notizie iniziarono a susseguirsi frenetiche:
il team di ricerca era composto da sole donne, tutte del sud, quindi nulla a che fare con la lega di Salvini. E qui iniziarono i primi episodi di onanismo spasmodico.
Una delle ricercatrici è nera. L’entusiasmo stava arrivando alle stelle.
Un’altra “nius” giunge all’improvviso: una delle ricercatrici è lesbica. A questo punto tutto diventò incontenibile. I fuochi artificiali si sprecavano per festeggiare l’evento.
Arriva un fattorino tutto trafelato con l’ultima informazione calda calda: una delle ricercatrici è figlia di 4 madri, tre zie e un paio di cugine. E’ l’apoteosi.
Iniziano ad uscire le edizioni straordinarie: “isolato il coronavairus in Ital…”, ehm no, non si può dire. Un titolo del genere potrebbe essere considerato di supporto a quei fetenti schifosi dei sovranisti.
Allora come fare? Semplice, si sostituisce il Paese con il nome dell’ospedale: “Spallanzani”, tanto la gente è ignorante, non sa che si trattava di Lazzaro Spallanzani, un (provo orrore anche solo a scrivere questa parola) “uomo”.
Qualcuno fa notare che il sindaco di Roma, città in cui è situato l’ospedale, è una dei loro, si chiama Raggi, donna pure lei. Fantastico, allora si può fare il titolo:
“PRIMI! Allo Spallanzani di Roma, ospedale fortemente voluto dall’ottima amministrazione Zingaretti e con il personale tutto al femminile e personalmente scelto dalla sindaca Raggi, è stato isolato il vairus cinese”
Qualcuno fa timidamente notare che non sarebbero stati proprio i primi ma viene subito zittito dicendo che, forse, sono stati i primi in leuropah, e se anche in leuropah sono arrivati dopo altri, allora sono arrivati primi in Italia, o nella regione, o nella città, o nel quartiere, quindi un “primi” esiste, è inconfutabile.
Successivamente il fatto è stato ridimensionate, si è scoperto che le donne erano bianche e non erano genderfluid, inoltre c’erano pure ricercatori uomini ma vennero messi fra parentesi, come a specificare che avessero avuto solo un banale ruolo di contorno, portavano il caffè, le bibite insomma e svuotavano i posacenere.
Intanto però la bomba era esplosa con grande fragore, il risultato propagandistico aveva raggiunto lo scopo.
Il femminismo sessista e politicamente corretto aveva vinto sul patriarkato tossiko. La siensiah trionfava prepotete sul becero populismo salviniano, ora finalmente si sarebbe potuto tornare alla consueta battaglia di civiltà contro le “feicniusdelueb”.