In Italia gli uomini sono:
Il 93% dei morti sul lavoro (1200 ogni anno).
Il 96% delle vittime di suicidio (2400 ogni anno).
Il 79% delle vittime di omicidio (350 ogni anno).
Il 99.99% dei morti in servizio militare (1.3 milioni dalla fondazione dell’Italia).
Il 55% delle vittime di violenza domestica (50 mila ogni anno).
Il 94% senza tetto uomini.
L’80% tossicodipendenti uomini.
Il 97% dei lavori usuranti e mortali vengono svolti dagli uomini
(5 milioni di padri separati, di cui 800000 indigenti)
Gli uomini subiscono la discriminazione delle istituzioni:
Solo gli uomini sono obbligati al servizio militare (in Italia attualmente sospeso, le donne possono fare le soldate, ma i nomi dei soli ragazzi vengono schedati per l’eventualità di una guerra).
Le donne possono andare in pensione prima degli uomini (ancora oggi in Italia).
Gli uomini pagano il 70% delle tasse, ricevono il 30% delle prestazioni medico-assistenziali.
Gli uomini muoiono 5 anni prima delle donne; questa differenza è apparsa con i servizi sanitari moderni.
L’occupazione femminile è incentivata a scapito della disoccupazione maschile.
Gli stati impongono “quote rosa” di donne, ma solo ai vertici delle aziende e dalla politica, mai nelle miniere o nelle acciaierie.
Una madre ha diritto di non riconoscere il figlio alla nascita, liberandosi in quel momento di tutti i doveri materiali e morali. Un padre non ha lo stesso diritto. Addirittura, minorenni sono stati condannati a pagare mantenimenti a pedofile condannate per averli abusati.
I centri anti-violenza sono per sole donne e sono gestiti da femministe che spesso li usano per calunniare gli uomini.
Gli uomini subiscono la discriminazione della magistratura civile:
Il 74% delle separazioni sono chieste da donne.
Solo il 4% delle donne paga un assegno di mantenimento.
Nell’87% dei casi gli uomini perdono la casa coniugale.
Solo il 4% dei bambini venivano affidati ai papà; da quando esiste l’affido condiviso la magistratura ha inventato la figura del “genitore collocatario” (non prevista dalla legge) in maniera che nulla è cambiato.
A causa di queste discriminazioni il 93% dei suicidi post-separazione sono maschili.
Gratuito patrocinio a prescindere dal reddito in caso di violenza subita da una donna. Principio anche giusto, ma inesistente a ruoli invertiti.
Nelle separazioni sono false l’80% delle accuse di maltrattamento e il 92% delle accuse di pedofilia fatte dalle donne.
Gli uomini subiscono la discriminazione della magistratura penale:
Madri infanticide: 20% in carcere. Padri infanticidi: 80% in carcere.
Il 58% degli abusi sui bambini sono commessi da donne (dati USA).
A parità di reato gli uomini ricevono pene 63% più severe (dati USA).
Per violenza domestica vanno in prigione l’83% degli uomini e il 58% delle donne (dati USA).
Per possesso di droga vanno in prigione il 34% degli uomini e il 17% delle donne (dati USA).
La discriminazione di genere è 6 volte maggiore della discriminazione razziale. Ad esempio, la probabilità che una persona condannata finisca in carcere è: 18% per le donne bianche, 32% per le donne nere, 48% per gli uomini bianchi, 55% per gli uomini neri (dati a Chicago, USA).
Gli uomini subiscono l’81% delle false accuse, che colpiscono 11 uomini ogni 100, sono fatte al 70% da donne, nel 26% dei casi sono finalizzate a impadronirsi dei figli e dagli assegni che ne derivano: le più usate sono: falsi abusi su minori (74%), falsi abusi sessuali (48%), falsa violenza domestica (29%) (dati USA).
In seguito all’invenzione del test del DNA, centinaia di uomini condannati nel passato per stupro sono stati riconosciuti innocenti. Il 41% delle accuse di stupro sono false.
Il 96% dei carcerati sono uomini; le donne condannate possono scontare pene detentive ai domiciliari (legge Finocchiaro).